STORIA DI VICTORINE

Discendente da nobile famiglia, Victorine Le Dieu nasce ad Avranches (in Francia) il 22 Maggio 1809, primogenita di tre figli. Trascorre un’infanzia serena e felice, godendo dell’attenzione dei genitori e della tenerezza fraterna. La professione del padre costringe la famiglia Le Dieu a continui spostamenti che hanno il merito di moltiplicare i contatti umani ed allargare gli orizzonti mentali della ragazza.

A dodici anni, ricevendo la prima Comunione, sente il desiderio di appartenere solo a Cristo e tale impulso interiore, che cresce col tempo, si fa sempre più profondo: il suo spirito è costantemente interpellato dalle miserie umane e spirituali e, di fronte ad una società materialista, ingiusta, discriminante, si ravviva in lei il bisogno di spendere la sua vita nel silenzio e nella preghiera.

Ma la famiglia non è dello stesso parere: i genitori l’hanno fatta studiare, hanno  un’ottima posizione sociale e non accettano assolutamente l’idea di vederla seppellita in un monastero.

Nel 1830 in Francia il popolo è in sommossa ed una nuova rivoluzione insanguina il paese: vengono commessi sacrileghi attentati alle chiese e l’animo sensibile di Victorine sente “il bisogno di un’immensa riparazione!” Da quel momento, sull’esempio di S. Paolo, decide di  “farsi tutta a tutti per conquistare tutti a Cristo”.

Partire è la sua ferma decisione, ma interminabili ostacoli le impediscono di volta in volta la realizzazione del suo proposito. A causa dell’opposizione dei genitori, deve aspettare la maggiore età, ma, proprio quando compie 21 anni, la morte improvvisa del fratello Edoardo, giovane universitario, la costringe ad attendere che il dolore della famiglia si plachi.

Decisa tuttavia a seguire Gesù a qualunque costo, nel 1833 lascia la casa senza il consenso e la benedizione paterna, a cui tanto teneva, e varca la soglia di una casa religiosa di Suore Agostiniane. Ma il padre scrive varie lettere alle autorità con minacce contro la Congregazione che ha accolto la figlia; l’Istituto, intimorito, rimanda Victorine a casa e non vuole più saperne di lei.

Ormai non le rimane che la fuga e l’ingresso in un’altra casa religiosa, dove sei mesi dopo riceve l’abito religioso. Ma i dispiaceri avuti, l’assenza della sua famiglia nel giorno della vestizione religiosa, lo stress per tante vicissitudini, fanno vacillare la sua salute fino a ridurla in fin di vita. Il padre, venutone a conoscenza, le manda per mezzo della mamma la sua benedizione, assicurandole di lasciarla libera nella sua scelta.

Victorine guarisce, ma la morte improvvisa della madre, dopo soli tre mesi dal loro incontro, cambia di nuovo direzione alla sua vita: ella deve rientrare ed occuparsi della sua famiglia. Le sue cure raggiungono prima la nonna, poi uno zio ateo ed infine il suo fratello minore che, dopo una vita alquanto burrascosa, riesce a riavvicinarsi a Dio.

La salute cagionevole del padre la costringe a frequenti viaggi nel Mezzogiorno della Francia. La stanchezza, il clima, le contraddizioni influiscono negativamente anche su di lei. Ridotta in fin di vita, chiede di recarsi in pellegrinaggio al santuario della Madonna de La Salette e lungo il tragitto i sintomi del suo male scompaiono. Ai piedi della Vergine in lacrime trova luce e forza.

Nostra Signora de La Salette la conferma nel suo ideale di riconciliazione. Passando per Ars incontra il Santo Curato: Jean-Marie Vianney e Victorine entrano in sintonia spirituale. Il Santo la rassicura: “L’Opera sarà benedetta più di quanto si possa immaginare.”

Il 1860 è un anno decisivo per Victorine. Anche il padre raggiunge il cielo ed ella è libera di consacrarsi totalmente al Signore. Ha 51 anni, non è più giovane, ma conserva l’entusiasmo di quando ne aveva 20, anzi accresciuto dalla maturità raggiunta. La lunga attesa, le molteplici prove non hanno mai affievolito la chiamata del Signore in lei.

Riparare, riconciliare gli uomini in se stessi, con Dio, tra loro, ricostruire l’unità nell’amore, servire i fratelli, particolarmente quelli disgregati dal peccato, dall’emarginazione, dalla povertà, divengono i grandi valori per i quali impegna tutta la sua esistenza.

Difficoltà, incomprensioni, delusioni, rifiuti intralciano senza sosta il suo cammino, ma Victorine non si arrende. Porta nel cuore un grande ideale: “Lavorare con Gesù Redentore e Maria Riconciliatrice per la salvezza del mondo”.

L’Eucaristia è al centro della sua vita: costante punto di riferimento che dà senso al suo ideale, il sacramento dell’amore di Dio che ricompone in unità tutto ciò che è infranto, ferito, spezzato. Dalla celebrazione e adorazione di questo grande mistero ella attinge la forza per vivere la sua missione nella Chiesa e nel mondo: con Cristo Redentore, per Lui e in Lui l’umanità intera è ricondotta al Padre nella forza dello Spirito ed è così immessa nella Comunione Trinitaria, Mistero insondabile d’Amore.

E’ con questi sentimenti che Victorine dà inizio ad una famiglia religiosa: le Suore di Gesù Redentore. Per ottenere l’approvazione e conoscere la volontà di Dio nei suoi riguardi, si reca a Roma. E’ il 15 gennaio 1863, giorno indimenticabile che segna il sorgere dell’opera riparatrice. Il Papa Pio IX legge con molta attenzione la domanda scritta da Victorine e ne firma l’approvazione.

L’ideale di Victorine ha ampi orizzonti. Desidera formare una grande famiglia nella quale, consacrate, sacerdoti, laici condividono l’ideale di riparazione e di riconciliazione secondo i bisogni, i tempi, i luoghi: “Il mio pensiero e i miei desideriappartengono a tutti in tutti i luoghi…”.

Tornata in Francia, ad Avranches, nel 1864, si uniscono a lei alcune giovani con le quali inizia l’adorazione riparatrice. L’anno seguente la piccola comunità, piena di entusiasmo, si trasferisce al Mont-Saint-Michel dove, ai piedi della bellissima abbazia, apre una casa in cui istituisce l’adorazione ed accoglie i bambini poveri e abbandonati. Lì, il 19 marzo 1866, Victorine si consacra pubblicamente a Dio con i voti di castità, povertà e obbedienza prendendo il nome di Suor Marie Joseph de Jésus.

Ma ben presto anche al Monte sopraggiungono prove, persecuzioni, tradimenti… Victorine non si arrende! Apostola di riconciliazione, si reca da un capo all’altro della Francia: Saint-Maximin, Parigi, Aulnay, Saint Cloud…

Dopo molte difficoltà e sofferenze, a 72 anni, Suor Marie-Joseph de Jésus, la ricca Victorine di un tempo, si ritrova ancora una volta sola e priva di tutti i suoi beni.

Ma la sua salute vacilla e il 26 ottobre 1884 termina la sua vita terrena per intraprendere l’adorazione perpetua in cielo. In seguito a numerose grazie attribuite alla sua intercessione è iniziata la causa di beatificazione.